Bato with a flickering and sinuous trait, links theanimal world to the human world in an indissoluble way, under the sign of instinct and ruthlessness, moving from analogy to homology, thanks to the free association of forms. The elegance of the sign and the color scheme, rarefied in warm and brilliant hues and used in an unrealistic way, spread over vast white backgrounds, and accentuate the violence of the subject matter. Despite the sense of apparent immediacy that the paintings communicate, Bato’s creative process includes elaborate studies, sketches and drafts, which allow him to create a balanced,harmonious, and essential composition, as if it were a calculated improvisation that leaves no room to afterthoughts.
L. Grigoletto, in “Jungle” (2018)
(ITA)
La produzione pittorica di Bato mostra una sfida coraggiosa verso l’incisività e l’autonomia del tratto. Le immagini impresse sulla tela regalano un piacevole contrasto tra le pennellate rapide e decise e le morbide sfumature del colore. L’impressione è quella di osservare il mondo attraverso una lente deformante, che non restituisce mai un’immagine precisata, ma alternative e fugaci narrazioni in divenire. Le forme tratteggiate sulla tela rimandano ad un discorso ironico, divertito, a volte malinconico,trasmettendo la sensazione di poter catturare la purezza di verità frammentate e relative.
If the works on canvas aim at simplifying and emptying the form, until it is reduced to its outline, the represent its volumetric counterpart, with obvious cross references. By comparing the versions of the same compositions made with different materials, such as wax, white acrylic resin, bronze, and wrought iron, we discover new and different cues upon multiple viewings, as if we were investigating a subject through different lenses. Here the sign seems to abandon the ethereal nature of the paintings and become concrete and three-dimensional, while maintaining the same flexibility and impressionistic character.
Luisa Grigoletto
(ITA)
Le sculture di Bato rappresentano la controparte volumetrica delle opere pittoriche. “Comparando le versioni delle stesse composizioni eseguite con materiali diversi quali la cera, la resina acrilica bianca, il bronzo ed il ferro battutto (lavorato a metodo diretto, per aggiunte), riusciamo a scoprire ogni volta accenni nuovi e diversi come se stessimo indagando un soggetto con lenti differenti. qui il segno sembra abbandonare la natura eterea propria delle opere pittoriche per farsi concreto e tridimensionale, pur mantenendo la stessa flessuosità e il carattere impressionistico.”
Bato includes etching in his research, tracing its lines with the “sugar way”. The bites on the plate and the calibrated intervention of aquatinte allow Bato to repropose and enrich the compositions already elaborated on canvas.
A. Lenzi
(ITA)
Nella ricerca pittorica di Bato persiste da qualche tempo un particolare interesse per diversi metodi di stampa. Focalizzando la sua ricerca sull’acquaforte, traccia le sue linee con la “maniera a zucchero”. Le morsure su lastra e l’intervento calibrato di acquatinte gli permettono di riproporre e arricchire le composizioni già elaborate su tela.
Bato’s sculptures take on a different life on the performer’s body and transmute into a mask, supporting Emiliano Pellisari’s choreographic direction and dramaturgy. The light, managed live by Emiliano Pellisari, is a necessary component in completing the performance, as it shapes the image of a large tableau vivant. The narration takes place inside a space designed by Bato with colored fabrics or strings, which reflect the nuances of his pictorial compositions, creating a new visual landscape on a vertical plane.
Luisa Grigoletto
(ITA)
“Le sculture di Bato prendono nuova vita sul corpo del performer e trasmutano in maschera (Pleasure Garden), assecondando la direzione coreografica e la drammaturgia di Emiliano Pellisari. La luce, gestita dal vivo da Emiliano Pellisari, emerge come una necessità per completare una performance che restituisce al pubblico la visione di un grande quadro pittorico vivente. La narrazione avviene all’interno di uno spazio disegnato da Bato con tessuti colorati (Fellini Dream) o corde, che riprendono le sfumature delle sue composizioni pittoriche creando sul piano verticale un nuovo paesaggio visivo.”
Il progetto Bato & Smoker’S Hot Club nasce dall’incontro tra Bato e numerose formazioni di musica jazz. La relazione che si realizza tra le opere di Bato e i musicisti si mostra in maniera immediata. Da una gestualità veloce e incontrollata, una composizione di linee e ombre percepisce e afferra i ritmi jazz in una fumosa ed elegante improvvisazione. Attraverso gli schizzi di china e caffè le note prendono forma, tracciano volti e strumenti, cogliendo in tempo reale la vitalità e il dinamismo della performance live dei musicisti.